Di questa chiesa non si conosce l'anno di fondazione, però nella visita pastorale del 2/II/1671 (R 75, pag. 14) si annota che era stata costruita con le elemosine dei fedeli.
Nella visita pastorale del 15/II/1669 (R 75, pag 5/6) si annota che vi era il quadro della Madonna delle Grazie in tela con cornice di stucco.
Nella vista pastorale dell'11/XII/1663 (R 75, pag 9) si ordinava al parroco Cervo che in questa cappella il campanile con la fune della campana si ponesse all'interno della chiesa, forse perché erano collocati altrove con qualche inconveniente.
In tutte le visite pastorali si nota che spesso è sfornita di qualche cosa.
Ce ne fece una descrizione precisa il parroco Leonardo de Melfi (Archiv. Dioc SA: Confraternite S 15 pag 252 anno 1712) nel suo inventario, indicandola come Grancia della Chiesa Parrocchiale e chiamandola anche Chiesa dei Morti. Infatti vi si seppelliva fino all'inizio del 1800, ed ora c'è la traccia della sepoltura.
Al dire di de Melfi, aveva la porta a mezzogiorno (quindi in via Cerrato-Cappella e non era quindi l'entrata attuale che è ad oriente e forse nemmeno l'edificio attuale) con atrio coperto e pitturato, con una campana di 40 rotoli sulla muraglia.
Dirimpetto all'atrio aveva un basso con camera sopra. Aveva un solo altare in stucco col quadro della Madonna.
Per celebrarvi la Messa bisognava portarsi gli arredi e col permesso del parroco vi si
celebrava nei giorni festivi dal Sac, Giuseppe Celentano.
Nel 1756 il Sac. Tommaso Mari 42enne vi era Cappellano da 20 anni.
Nel suo inventario il parroco Fortunato Mari nel 1760 affermava che era jus dei cittadini del casale di Piano e ancora c'era il cappellano Tommaso Mari.
Nel suo inventario del 20/VIII/1822 il parroco Giovanni Izzo annotava che a questa Cappella mancavano il pavimento, il campanile, la porta, gli stucchi, nonché le pianete e il Messale per una spesa complessiva di ducati 250.
Per essa nel 1912 ci fu una controversia tra il parroco Dello Joio e la Congrega della Carità Comunale sul diritto di proprietà e di patronato su detta cappella: risultò che era parrocchiale perché la chiave l'aveva sempre avuta il parroco che ne aveva sempre curato il culto a spese della Congrega Comunale, avendone questa incamerato le proprietà per le ben tristi e notte leggi eversive.
Per decreto Arcivescovile della S. Visita del 4/III/1962 dell'arciv. Demetrio Moscato vi fu trasferita l'antica statua di S. Nicola da Tolentino, detta di S.Nicola "o luong".
Questa statua, come anche quella di S.Francesco da Paola e l'altra di S.Giovanni Battista, venerata nella parrocchia sono portate in processione nella festa della Madonna delle Grazie, proprio a cominciare da quell'anno.
Al tempo del terremoto del 23/XI/1980 detta cappella aveva due altari di marmo. L'altare maggiore era dedicato alla Madonna con una pregevole statua lignea di scuola napoletana di stile settecentesco, che aveva sostituito una logoratissima tela, residuo di un lontano incendio ed ora parzialmente restaurata.
L'altro altare anche in marmo era stato eretto a devozione della famiglia Fiore come dalla dedica ai piedi dello stesso, con la statua di cartapesta si S.Francesco da Paola, donato da Amalia Fiore il 19/VIII/1919 (ora deteriorata ma è stata sostituita dalla nuova in vetroresina donata il 1/V/1994 dalla famiglia Cerrato).
Architettonicamente l'interno si presentava con una pregevole incannicciata a botte, ornata con i riquadri a stucco in rilievo, con un pavimento a malta battuta, un vano laterale all'altare come sacrestia ed una piccola campanella in un campanile a vela.
Aveva la porta ad oriente sulla SS. 88, essendo scomparsa da tempo ogni traccia e memoria della porta a mezzogiorno del 1712 (solo ora rilevata nella ricostruzione post-sisma).
Con la perdita dell'incannicciata del soffitto, si è scoperto che questa era frutto di una precedente ristrutturazione settecentesca, mentre in origine vi era un cassettonato, essendo venuta alla luce, a fianco dei finestroni, delle lesene o finte colonne in tufo che si rapportavano ad un cassettone, messe in evidenza nella presente ristrutturazione.
Questo fatto ci deve far pensare che la sua costruzione va bene al di là del seicento, in data da ricercare, non avendone per ora reperito alcuna notizia.
Era arricchita di un organino settecentesco che è in attesa di fondi per la restaurazione.
Vi si teneva il triduo in preparazione della festa in onore della Madonne delle Grazie agli inizi di luglio. Per alcuni anni è stata adibita per le liturgie parrocchiali nei tempi di riparazione alla parrocchia (dal X/1970 al VI/1973, e nel 1978).
Il primo progetto per la ricostruzione fu presentato all'Ufficio del Ministero delle Opere Pubbliche presso l'Ufficio Beni Culturali in Napoli il 31/III/1984 con Prot. n. 4240/C, e il secondo il 20/XII/1996 presso l'Assessorato dei Beni Ambientali Artistici della Regione Campania, ma se ne è ottenuto solo un contributo di £ 200.000.000.
La ricostruzione è stata operata da un volenteroso Comitato Parrocchiale con i contributi dei devoti. L'attuale Cappella è arricchita di un pavimento di cotto Arianese maiolicato, di una nuova tribuna cantoria, di fregi dorati, di un'acquasantiera nonchè di una capriata a vista a sostegno del tetto rinnovato.
Dal suo trono di grazie Maria ci benedica.